Neuroriabilitazione Pediatrica

Neuroriabilitazione Pediatrica

Neuroriabilitazione Pediatrica per la. valutazione, diagnosi e prognosi dei pazienti in età evolutiva con disabilità secondarie a patologie neurologiche ad eziologia congenita o acquisita, genetica, metabolica, degenerativa, neuromuscolare.

A cura di Giancarlo Russo specializzato in Neuroriabilitazione Pediatrica.

A cura di Giancarlo Russo specializzato in Neuroriabilitazione Pediatrica

Neuroriabilitazione pediatrica: Lo studio che ho condotto sulla comunicazione non verbale e che insegno nei seminari è molto diverso rispetto quello che ho visto fare e insegnare in giro. 

Professionalmente nasco fisioterapista pediatrico e l’interesse primario verso l’osservazione del bambino nel primo anno di vita ha condizionato anche le mie ricerche nel campo della comunicazione non verbale.

Ho preso a riferimento l’epoca della nostra vita nella quale non possiamo utilizzare lo strumento verbale per manifestare le nostre emozioni, i nostri sentimenti e le nostre esigenze.

Studiando quindi le interazioni madre – bambino ci si rende conto di quanti movimenti quest’ultimo compie e quanto contenuto comunicativo essi contengono.

Quando ad esempio un bambino sui 12 mesi agita le mani è indizio di una imminente interazione e indica che molto presto il bambino sarà vicino alla madre.

La posizione a braccia in alto, nella quale tutte e due le braccia vengono sollevate in avanti, in genere al di sopra del livello della spalla, viene assunta dal bambino quando desidera un aumento di contatto sulla sua superficie del corpo.

Ad esempio quando vuole essere preso in braccio dalla madre perché manifesta una esigenza che può essere paura o tristezza.

Quando invece il bimbo si tocca dietro la testa col palmo della mano è indice di una pausa che precede il mutamento di direzione di un movimento. 

Specialmente se questo movimento è compiuto in direzione della madre la stessa cosa può essere però segnalata anche da una suzione del pollice o da un movimento ritmico delle dita sull’orecchio con le braccia tenute nella stessa posizione adottata solitamente nel sonno.

In merito alla suzione si è notato che questa pratica auto manipolatoria è più comune nelle interazioni agonistiche dove il bambino ha subito una sconfitta o nel momento che si trova in un conflitto tra la tendenza ad avvicinarsi e quella di allontanarsi.

Di particolare interesse è nel bambino il grattarsi e lo strofinarsi della testa specialmente nella parte verticale occipitale del cranio che viene decodificato come l’emergere di una tendenza alla fuga o all’attacco.

Come vedete molti di questi gesti con piccole variabili emergeranno poi in età adulta nascondendo significati connessi con variazioni emozionali molto importanti.

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