Tecarterapia

Tecarterapia

La Tecarterapia è un trattamento elettromedicale, che permette un più veloce recupero da traumi e patologie infiammatorie dell'apparato muscolo-scheletrico, utilizzando energia elettrica e magnetica per creare calore dall’interno del corpo, che innesca un processo biostimolante e rigenerativo dei tessuti.

La Diatermia da contatto (nel gergo comune viene chiamata Tecarterapia) è una tecnologia che utilizza radiofrequenza, per curare in maniera molto efficace patologie dell’apparato muscolo-osteo-cartilagineo, andando a riattivare i meccanismi autoriparatori già presenti normalmente nel nostro organismo.

Ciò che contraddistingue la tecarterapia rispetto alle altre terapie che sfruttano il calore, è il meccanismo di funzionamento in cui il calore non proviene da una sorgente esterna al corpo, ma proprio il passaggio della radiofrequenza determina una resistenza e quindi un calore “interno”.

T.E.CA.R.sta ad indicare Trasferimento Energetico Capacitivo Resistivo ovvero il modo in cui la Tecar-terapia trasferisce energia ai tessuti. Sinonimi possono essere “diatermia da contatto”, “diatermia a radiofrequenza” o “diatermia capacitiva resistiva”. Come dice già il nome la Tecarterapia è una terapia che agisce somministrando energia ai tessuti e le parole Capacitiva e Resistiva stanno ad indicare le modalità con cui può essere effettuata questa somministrazione.

La Tecarterapia può essere inserita in tutti i piani terapeutici per la cura e il trattamento delle patologie legate a mani, spalle, ginocchia, gomiti, anca, colonna vertebrale ed eliminare con efficacia dolori articolari nei pazienti sportivi e non.

La Tecarterapia ha avuto da sempre una grande diffusione nel trattamento delle patologie osteo-articolari, in particolare nell’ambito della riabilitazione del paziente sportivo. Il largo utilizzo nella medicina dello sport è sicuramente dovuto alla grande versatilità della Tecarterapia. Infatti la Tecarterapia può essere utilizzata nel trattamento dei traumi acuti, come nelle patologie croniche ma anche nella prevenzione agli infortuni e nei trattamenti pre-gara.

Tecarterapia

Effetti della tecarterapia, come avviene il processo di trasferimento energetico con la tecarterapia?

La tecarterapia crea prima una forza che attrae e successivamente una forza che respinge queste cariche elettriche.

Il calore profondo o endogeno, è indotto nel paziente dala tecarterapia per mezzo dell’effetto Joule. Gli ioni (particelle cariche elettricamente) presenti nella regione corporea che si sta trattando vengono fatti oscillare centinaia di migliaia di volte al secondo, e questo rapido movimento oscillatorio produce calore.

Quest’attività viene realizzata dalla tecarterapia 500.000 volte al secondo. Quella che si verifica è una vibrazione degli ioni contenuti nel corpo.
Questo effetto non avviene nel corpo intero ma solo nella parte che è compresa tra la piastra e l’elettrodo utilizzato. Muovendo l’elettrodo sull’area da trattare, il fisioterapista sceglie dove convogliare il movimento di cariche e quindi seleziona il tessuto da trattare anche in combinazione con la scelta del sistema capacitivo o resistivo. Sebbene la tecarterapia utilizzi quindi correnti elettriche con una frequenza di 500.000 Hz (il numero di volte che avviene l’inversione della corrente ogni secondo) il paziente non percepisce corrente ma semplicemente sensazioni di tepore.

La tecar non emana radiazioni ionizzanti come quelle che si producono durante le radiografie quindi non è pericolosa anche se va utilizzata comunque da personale esperto al fine di avere un corretto effetto terapeutico e di non arrecare danni ai tessuti.

 

Gli effetti biologici prodotti dalla tecarterapia sono fondamentalmente 3:

  • Effetto chimico: si ipotizza che la tecar porti ad una normalizzazione del potenziale di membrana, gli scambi cellulari tendono ad alterarsi in stati infiammatori;
  • Effetto termico: durante l’applicazione di tecarterapia c’è un richiamo di sangue nella regione trattata. Inoltre una stimola il metabolismo delle fibre collagene e favorisce il rilassamento muscolare. Questo corrisponde a un aumento del microcircolo locale e di calore. Il calore oltre che curativo è molto piacevole e rilassante, tanto che spesso alcuni pazienti si addormentano.
  • Effetto meccanico: l’effetto termico produce un effetto meccanico indotto importante, anche attraverso la vasodilatazione delle strutture del sistema vascolare provocate dall’iperemia. Inoltre è possibile trattare i tessuti mentre questi sono  stimolati dagli elettrodi, abbinando quindi la tecarterapia con la massoterapia, la terapia manuale, la terapia mio-fasciale e riabilitazione funzionale.

Il fisioterapista avendo chiari gli effetti biologici può più facilmente strutturare il programma terapeutico. Quindi privilegiare uno degli effetti in base alla fase terapeutica, acuta, sub acuta o cronica. 

I diversi effetti biologici possono essere utili per l’integrazione terapeutica. Ad esempio si può prediligere un trattamento che privilegia l’effetto termico in una patologia cronica di preparazione dei tessuti per un trattamento di terapia manuale o di un particolare esercizio terapeutico o rieducazione funzionale.

Le condizioni in cui la tecarterapia è utile sono moltissime, qui di seguito te ne elenco alcune:

  • distorsioni
  • tendiniti come ad esempio la tendinite di De Quervain (al polso)
  • borsiti
  • lesioni tendinee e muscolari
  • Sindrome del piriforme
  • traumi ossei e osteoarticolari,
  • osteoporosi: ne soffrono soprattutto donne dopo la menopausa;
  • riabilitazione post chirurgica: come ad esempio la riparazione del legamento crociato anteriore o della cuffia dei rotatori,
  • metatarsalgia: ne soffrono soprattutto le donne che usano spesso scarpe con il tacco;
  • dolori muscolari
  • pubalgia
  • edemi: ne abbiamo trattati molti che si erano formati a seguito di una forte contusione
  • ematomi come quelli che si formano nel caso di importanti lesioni muscolari
  • gonalgia
  • lesione legamento crociato anteriore
  • lesione legamento crociato posteriore
  • tenosinovite
  • stenosante
  • alluce valgo
  • coxartrosi
  • lesione cartilagine triangolare del polso
  • lesioni tendinee: es. la rottura del tendine del capo lungo del bicipite, del tendine del muscolo sopraspinoso o del tendine di achille
  • gonartrosi
  • fascite plantare
  • epicondiliti chiamate anche “gomito del tennista”
  • epitrocleiti conosciute anche come “gomito del golfista”
  • capsuliti come nel caso della capsulite adesiva
  • spalla congelata
  • contratture
  • borsiti, spesso se ne vedono in spalle problematiche o nella parte posteriore del gomito (borsite olecranica)
  • dolori muscolari
  • sciatica
  • lombalgia
  • lombosciatalgia
  • cicatrici
  • traumi sportivi
  • condropatia rotulea
  • dismenorrea
  • capsulite adesiva o sidrome della spalla congelata
  • frattura del femore
  • dito a scatto
  • frattura dell’acetabolo
  • frattura della clavicola
  • frattura del calcagno
  • frattura dell’omero
  • frattura della tibia
  • frattura del metatarso
  • frattura del calcagno
  • cervicalgia
  • triggerpoint
  • dolore dietro al ginocchio
  • dolore al centro della schiena
  • dolore al collo